Il San Carlo celebra 20 anni di Reumatologia
Il 12 ottobre 1998, con l’apertura all’ospedale San Carlo di Potenza del primo ambulatorio, iniziava il cammino del Dipartimento Regionale di Reumatologia, progetto innovativo voluto fortemente dal fondatore prof. Ignazio Olivieri, riportato in Basilicata dalla determinazione dell'assessore alla Sanità dell'epoca, Filippo Bubbico.
Lo scopo era quello di limitare l’emigrazione sanitaria dei pazienti con patologie reumatologiche che, all’epoca, rappresentavano la principale causa di spostamento dei pazienti lucani verso altre regioni. Sin dalla sua costituzione il Dipartimento ha mostrato una forte vocazione per la ricerca scientifica, considerata requisito fondamentale per fornire una assistenza di eccellenza. In questi venti anni l’obiettivo di frenare l’emigrazione sanitaria non solo è stato raggiunto ma, addirittura, il trend è stato invertito. L’ultimo report annuale ha evidenziato che più del 30% dei pazienti afferenti agli ambulatori dipartimentali e quasi il 60% dei pazienti ricoverati provengono da altre regioni. Rilevanti sono anche i dati della ricerca clinica con più di 300 lavori pubblicati su prestigiose riviste internazionali con impact factor.
Oggi, venerdì 12 ottobre, a partire dalle ore 14.30, presso l’Auditorium dell’A.O.R. “San Carlo”, si parlerà di tutto questo alla presenza di tutti gli attori di questo “miracolo lucano” quali medici, infermieri, autorità politiche ed amministrative e, soprattutto, dei tanti pazienti che da sempre sono al centro di questo progetto. “Questo deve rappresentare un punto di partenza e non di arrivo - afferma la dott.ssa Angela Padula, direttore del Dipartimento – affinché il nostro Centro e la nostra Regione possano avere un ruolo sempre più significativo nel panorama reumatologico nazionale ed internazionale”.
Sabato 13 ottobre, invece, si terrà, nella Sala A del Palazzo degli Uffici, con inizio alle ore 8.15, una giornata formativa rivolta agli specialisti sulle ultime novità nella gestione delle patologie reumatologiche croniche.